PULA

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TORRI COSTIERE

Le torri costiere del litorale pulese

Risale al 1572 la relazione, commissionata dal re di Spagna Filippo II al capitano di Iglesias Marco Antonio Camos, sulla difesa costiera della Sardegna, nella quale veniva espressa la necessità di porre un freno alla potenza turca.

La vittoria sui Turchi a Lepanto del 1571 rimandò l’attuazione del progetto che ebbe modo di realizzarsi a partire dal 1587 con la reale approvazione di Filippo II e sotto la direzione della Reale Amministrazione delle Torri.

Anche il litorale di Pula fu compreso nel suddetto piano di difesa che lo avrebbe posto al sicuro dalle frequenti incursioni nemiche.

A tal scopo si decise la costruzione delle torri di Sant’Efisio a Nora, di San Diego a Cala d’0stia e di San Macario nell’isolotto omonimo. Il tutto avvenne nel giro di un anno perché furono utilizzati i materiali provenienti dalle rovine di Nora.

Durante i primi anni dell’amministrazione sabauda ed esattamente nel 1721, il re Vittorio Amedeo II diede incarico all’ingegnere militare Felice de Vincenti di effettuare un giro delle coste sarde per valutare lo stato strutturale delle torri esistenti ed eventualmente prospettare l’edificazione di altre.

In tale occasione si decisero lavori di restauro per le tre torri pulesi, ma altri ve ne furono a più riprese.

Nel 1818, dopo il trasferimento della famiglia sabauda a Villa d’Orri, incombendo i pericoli della flotta napoleonica e di quelle barbaresche le nostre torri vennero considerate di fondamentale importanza per il controllo di quella fascia costiera.

 Il regio editto n° 83, del 17 settembre 1842, soppresse la Reale Amministrazione delle Torri in Sardegna, soppiantata dal regime delle Regie Fortificazioni mentre il decreto n° 3786 del 25 aprile 1867 sancì, ineluttabilmente, la cessazione dell’attività delle torri costiere sarde.